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Temporaneamente CHIUSO per ristrutturazione
NUOVI ALLESTIMENTI
MUSEO ARCHEOLOGICO
"Aristide Gentiloni Silverj"
TOLENTINO MUSEI CIVICI
Luogo
Contrada Rancia S.S. 77 Tolentino MC – ITALY
Info, prenotazioni e visite
info@tolentinomuseicivici.it
Orari
Maggio/Settembre lunedì chiuso
dal martedì alla domenica 10.30 -13.00 / 15.30 -19.00
Ottobre/Aprile martedì, mercoledì 14.30 -17.00 dal giovedì alla domenica 10.30 – 13.00 / 14.30 – 17.00
MUSEO ARCHEOLOGICO
STORIA
Il Museo Civico Archeologico di Tolentino conserva materiali che costituiscono una delle testimonianze più preziose della civiltà picena nelle Marche. E’ presente inoltre una interessante sezione che mostra testimonianze archeologiche di età romana riferita all’antica Tolentinum.
Il Museo, istituito nel 1882, è tra i primi nati nelle Marche. È dedicato al suo fondatore, il Conte Aristide Gentiloni Silverj (1844-1936), Regio Ispettore degli Scavi e Monumenti per la provincia di Macerata dal 1880, appassionato studioso di archeologia e storia, che ne fu anche il Direttore fino al 1936. I materiali archeologici che costituirono la base di fondazione del Museo provenivano scavi effettuati dallo stesso Silverj dal 1879 al 1882 nelle necropoli picene rinvenute nei dintorni di Tolentino (Settedolori, Rotondo, Bura, Benadduci e Sant’Egidio). Ad essi si sono aggiunte poi donazioni da parte di privati e i rinvenimenti di ulteriori scavi effettuati dalla Soprintendenza.
I materiali, da subito ordinati scrupolosamente e forniti di scientifici diari di scavo e inventari, furono inviati nel 1914 alla Esposizione della Archeologia Marchigiana a Milano ed altri hanno incrementato il Museo Archeologico delle Marche in Ancona: è lì conservato dal 1911 il prezioso ciottolo figurato con figura femminile e testa di erbivoro scoperto a Tolentino nel 1884, eccezionale testimonianza da riferire al Paleolitico superiore.
Il Museo
Il Museo Civico Archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”, un tempo allestito all’interno degli spazi espositivi del complesso monumentale della Basilica di San Nicola, è oggi sistemato, su due piani, nell’ala nord del Castello della Rancia. I materiali conservati in vetrine con ricchi pannelli che raccontano la storia sin dal paleolitico inferiore e lo svolgersi delle campagne di scavo, testimonianza archeologica direttamente pertinente alla più antica storia della città e al suo territorio, provengono per la gran parte dai contesti di scavo ottocentesco e da rinvenimenti isolati dal Comune. Nella grande sale del primo piano, oltre alla parte introduttiva dedicata a Gentiloni Silverj e a una vetrina che conserva materiali litici del territorio, sono esposti i corredi provenienti dalle tombe delle necropoli, i materiali sporadici e i reperti di età romana, comprese le epigrafi dell’antica Tolentinum.
L’ESPOSIZIONE
Il Museo Archeologico “Silverj”, un tempo allestito all’interno degli spazi espositivi del complesso monumentale della Basilica di San Nicola, è oggi sistemato, su due piani, nell’ala nord del Castello della Rancia.
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Nella grande sala del primo piano, oltre alla parte introduttiva dedicata a Gentiloni Silverj e a una vetrina che conserva materiali litici del territorio, sono esposti i corredi provenienti dalle tombe delle necropoli, i materiali sporadici e i reperti di età romana, comprese le epigrafi dell’antica Tolentinum.
Tra i materiali litici presenti da notare l’amigdala in selce rossa databile al Paleolitico inferiore, la serie di punte di freccia del Neolitico ed Eneolitico e le 16 asce di pietra levigata.
La Necropoli Rotondo ha restituito il corredo di VIII sec. a.C. con fibula a sanguisuga, ribattini e fibula con nucleo di ambra; interessanti i corredi delle cinque tombe della Necropoli Bura con circoli di pietre, datate al VII sec. a.C. tra cui una fibula a drago con antenne, pendagli e vasi d’impasto; dalla Necropoli Benadduci il corredo della T. 23 di età orientalizzante con carro da guerra e morsi di cavallo in ferro, armi, tripode bronzeo; dalla Necropoli S. Egidio corredi del VI-IV sec. con prodotti di importazione etrusca, tra cui lo l’oinochòe e lo stamnos della tomba 8 (in prima pagina). Notevole anche il corredo della tomba detta di Porta del Ponte, recuperato isolatamente nel 1854, con vasellame bronzeo etrusco ed una serie di anse figurate con signore dei cavalli di produzione locale.
Belle le ceramiche attiche provenienti dalla Necropoli Settedolori, a figure nere a figure rosse il cratere a colonnette e la kylix da riferire alla scuola del pittore di Pentesilea, fibule e ornamenti vari.
Tra i materiali sporadici dal territorio numerose fibule a sanguisuga e pendagli di tipo piceno, vasellame ed armi bronzee, un bronzetto di Ercole con clava, un’anfora greca a figure nere (Pittore vicino al gruppo di Leagros di fine VI sec. a.C.), uno skyphos greco a figure nere e due specchi etruschi datati al 300 a.C..
L’esposizione è anche corredata dalla ricostruzione a dimensione reale di una tomba picena voluta e realizzata da Roberto Scocco.
Per il periodo romano troviamo numerose lucerne, pesi, un’ermetta in marmo, la grande statua marmorea di età flavia, riferibile a Giulia figlia dell’imperatore Tito e Marcia Furnilla, rinvenuta nel 1508 in contrada S. Egidio comunemente chiamata la “Saracina”. La statua per i caratteri iconografici e il panneggio è riconducibile al tipo assai conosciuto della “piccola Ercolanese” che si rifà a prototipi greci del V secolo a.C. attribuiti alla cerchia di Lisippo e Prassitele. Interessante anche l’ara di età flavia con bucrani ed encarpo di foglie fiori e frutta.
Appartiene al Museo Civico anche il Lapidarium, ricca raccolta di epigrafi latine, per la gran parte di I sec. d.C. che costituiscono importante testimonianza del periodo romano della città.
A queste se ne aggiungono alcune di epoca tardo-antica e medievale, sempre dal comprensorio del Comune, tra cui l’iscrizione relativa alla costruzione del “Ponte del Diavolo” del 1268 ed un cippo etrusco con iscrizione.
Pregevole l’ara romana rinvenuta nel secolo XVIII nei pressi di piazza della Libertà e tra u reperti di epoca romana sono da vedere alcune teste in marmo, frammenti di pavimentazione, di un sarcofago strigilato e di capitelli, colonne e trabeazioni di edifici non identificabili.
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