Abbazia di Chiaravalle di Fiastra – Tolentino

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Abbazia di Chiaravalle di Fiastra – Tolentino

La Riserva Naturale Abbadia di Fiastra è un territorio dove rivive lo straordinario spirito che ha animato le cose del passato e dove la natura conserva ancora un inequivocabile segno della sua splendente bellezza.
Essa si estende per circa 1.800 ha nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia, nella fascia medio-collinare della provincia di Macerata, fra i 130 ed i 306 m.
L’ambiente naturale è caratterizzato da tre zone aventi valenze naturalistiche crescenti quali:

il paesaggio agrario che rappresenta, in riferimento all’attuale qualità della vita urbana, un patrimonio di primaria importanza;
i corsi d’acqua (torrente Entogge e fiume Fiastra) con la loro caratteristica fauna e vegetazione ripariale, nonchè il lago “le Vene”, piccolo bacino lacustre, di origine artificiale, che è stato oggetto di un interessante progetto di riqualificazione naturalistica;
La Selva, che è un bosco di oltre 100 ettari giunto quasi intatto fino ai giorni nostri, grazie alla cura che ne ebbero prima i monaci cistercensi e successivamente la famiglia Bandini ed infine la Regione Marche che lo ha dichiarato “Area Floristica Protetta”.

La chiesa, in laterizio, presenta una facciata abbellita solamente da un rosone in pietra. All’interno del vestibolo, qualche secolo posteriore alla chiesa, si apre un bel portale ornato da pilastri e colonnine ricavati da marmi antichi. La pianta è quella caratteristica cistercense a tre navate. Otto pilastri si allineano lungo la chiesa, quadrangolari e poligonali, alternativamente, sormontati da capitelli in stile romanico, forse scolpiti dagli stessi monaci con materiale proveniente dalle rovine dell’antica Urbs Salvia. Prima del saccheggio del 1442, dovuto a Braccio da Montone, la chiesa era interamente coperta da una volta sostenuta dagli archi che si innalzavano sopra i pilastri poligonali. La Sala del Capitolo è tuttora ben conservata, con il seggio in pietra dell’Abate al centro e con sedili in laterizio lungo le quattro pareti. Dei due refettori originari è rimasto solamente quello dei conversi: è a pianta rettangolare e misura m. 32×7, con volte a crociera che poggiano al centro su sei colonne romane dai singolari basamenti e capitelli di stile dorico e corinzio, provenienti anch’essi dalle rovine di Urbs Salvia. Il locale illuminato da monofore è assai suggestivo per il gioco degli archi e delle colonne.

L’attuale chiostro, ricostruito in laterizio alla fine del secolo XV dai Cardinali Commendatari, è ad archi a sesto ribassato che poggiano su trenta pilastri poligonali sostenuti da ampio basamento. Di pianta quadrata e di ampie proporzioni. Accanto al muro esterno di destra del chiostro scorreva fino al 1476, quando ne fu deviato il corso, il fiume Fiastra le cui acque servivano per la cucina del Monastero e per la pesca. Questo muro fa da confine tra i comuni di Tolentino e di Urbisaglia. Il piano del chiostro in origine non era pavimentato ma coltivato. Nel centro del chiostro si innalza tuttora un monumentale pozzo con pilastrini di pietra, con alta intelaiatura ferrea, sovrastata da una banderuola con lo stemma dei Gesuiti.
Dal chiostro, secondo il tipico impianto cistercense, attraverso un ampio portale romanico si accede alla Sala del Capitolo tuttora ben conservata, con al centro il Seggio in Pietra dell’Abate.